Cari amici, va in archivio Parigi 2024 e io non mi abituo a questa sciocchezza di chiamarli ventiventiquattro, perché noi italiani dovremmo dire duemilaventiquattro. E ventiventiquattro è una scimmiottatura di inglese e francese che boh non so a cosa possa servire. Mi pare pure brutta.
Comunque erano i trentatreesimi giochi e abbiamo vinto 40 medaglie, vedi Muttley. Malagò ne prevedeva 40 e quindi ha azzeccato il pronostico in pieno. Noi potremmo pronosticare per quanti lustri ancora continuerà a presiedere il Coni, visto che è al terzo mandato quadriennale, che scadrà l’anno prossimo, ma brindiamo ai tanti successi degli atleti italiani e dimentichiamo volentieri, per oggi, scandali e scandaletti.
L’organizzazione francese l’abbiamo criticata in tutte le salse: se magna male, se dorme peggio, aria condizionata nisba, Senna inquinata, pioggia non prevista e non gestita, logistica demmerda, cerimonia d’apertura buu.
In realtà Parigi ha organizzato questi Giochi anche per il ritiro della candidatura di Roma, non supportata dalla sindaca Virginia Raggi, allarmata dal livello delle spese da sostenere e dalle possibili mire di maneggioni e mafiosi, già visti all’opera per Italia ‘90 e per i mondiali di nuoto. I soldi, poi, meglio spenderli per Roma. Che viste le condizioni in cui versa l’Urbe, non sembra siano stati spesi bene.
Parigi ha fatto Parigi, ostentando la sua bellezza e inebriandosi del ritrovato ruolo, temporaneo, di centro del mondo. Di immagini belle e bellissime, come sempre, i Giochi ci hanno bombardato. Ricordo ancora il libro delle olimpiadi di Montreal ‘76, che qualcuno mi regalò, non so chi, facendo di me un maniaco di graduatorie e di medaglieri.
Ricordo quelle magnifiche foto a colori che mi facevano sentire come fossi in campo: la postura in volo di Klaus Dibiasi, le dita protese dei pallavolisti che saltavano a muro, forse polacchi, non ricordo, e Nadia Comaneci e le ondine DDR.
I resoconti che mi sono piaciuti sono stati quelli di Radio Rai, con la coppia Guido Ardone/Daniele Masala sul pezzo h24. Su quelli televisivi lasciamo perdere, la Rai ha rovinato le migliori telecronache con gli inutili salotti e si è gestita malissimo gli eventi, arrivando a proporre in differita i 100 femminili, il che è una bestemmia da qualunque parte la si guardi.
Soprattutto, scritta o parlata, è detestabile la critica allo sconfitto, la mania di dare addosso agli arbitri, la contaminazione calcistica su tutto, quando è stato più volte evidente che il pensiero di atleti e tecnici era ben diverso da quello che la stampa tentava di mettergli in bocca.
Il top si è toccato con la vicenda della pugile algerina. Imane Khelif ha vinto la sua medaglia d’oro, piccolo risarcimento per i veleni sopportati, molti dei quali sputati da Alti Papaveri Nazionali in persona.
Sciacallaggi, strumentalizzazioni, veleni che sono il pane quotidiano in Italia, talvolta confezionato nell’interesse di chissà chi, in un confronto/guerra di visioni del mondo che assume dimensioni planetarie e divide la gente.
Parigi ci saluta, non aveva bisogno di pubblicità ma se n’è regalata tanta.
Noi finalmente si ricomincia con la serie A: insulti, sceneggiate, razzismi e beceraggine, lo sport preferito di parecchi. Non solo dei tifosi.
anche a me piacciono, li ho trovati soltanto un po' seriosi, ma molto competenti. Ho qualche riserva invece sul lucchettismo nel commento della pallavolo, che si è allargato (in Rai) anche al volley d'oro delle ragazze. Non è necessario fare i bimbiminkia tutto il tempo, ma forse sono poco in confidenza col volley, che trovo davvero sempre molto spettacolare
A me sono piaciuti i commentatori di Eurosport, genuini nell'esultare come Hooligans ad ogni medaglia come se il compenso e la gloria eterna entrasse anche nelle loro tasche per osmosi estatica. Rivedendo alcune clip, mi commuovo pure. Ma veramente!