Negare una cosa non la fa cessare
Gino Cecchettin risponde al ministro Valditara sul patriarcato
“Negare una cosa non la fa cessare.
E chi ha ucciso mia figlia è italiano.
Oggi lei era con me e sorrideva”
Il papà della 22enne: il mio è soltanto uno sforzo d’amore
Corriere della Sera 19 Nov 2024
Di Giovanni Viafora
(estratto dall’articolo)
Gino Cecchettin, il patriarcato è davvero «finito», come dice Valditara?
«Ma lui l’ha descritto benissimo. Non è che se neghi una cosa questa non esiste».
Cosa intende?
«Che il ministro ha parlato di soprusi, di violenze, di prevaricazione. È esattamente quello il patriarcato ed è tutto ciò che viene descritto nei manuali. Mi sembra solo una questione di nomenclatura. È la parola, oggi, che mette paura: “patriarcato” spaventa più di “guerra”».
Il ministro sostiene che sia ideologia. Cosa ne pensa?
«Semplicemente che non dovremmo vederla così. È un problema sociale, non ideologico. Quando ci riapproprieremo tutti del significato di questa parola, vorrà dire che avremmo fatto metà della strada».
E sulla questione dell’immigrazione illegale che sarebbe alla base dell’aumento della violenza sulle donne (sempre Valditara)?
«Vorrei dire al ministro che chi ha portato via mia figlia è italiano. La violenza è violenza, indipendentemente da dove essa arrivi. Non ne farei un tema di colore, ma di azione. Di concetto».
In sala, alla Camera, ha letto i messaggi di aiuto che le arrivano quotidianamente da donne in pericolo.
«Sono donne che spesso si sono già trovate davanti un muro di gomma. Di fronte alle loro richieste ci si sente impotenti. Loro sanno benissimo che a volte hanno a disposizione solo qualche ora, si trovano sul baratro e non si riesce a fare niente. La Fondazione nasce anche per dare una voce a tutte queste donne. Ma c’è tanto da fare».
Per esempio?
«Esiste una questione legata alla prontezza con cui si interviene. Le forze dell’ordine seguono pedissequamente i protocolli. Ma forse è giunto il momento di cambiarli. Per alcune persone è davvero questione di tempo».