Cari amici, Natale incombe e io non mi sento assolto.
Non mi posso perciò associare alle celebrazioni recenti che hanno accompagnato il cammino trionfale dell’Edificatore di Ponti verso la libertà da ogni infamante accusa.
Sono, anzi, coinvolto, come tanti di voi. Lo so che vi davate di gomito aspettando la sentenza, mentre lui confessava all’intero Paese la sua preoccupazione per i SEI ANNI SEI che rischiava, se i giudici notoriamente ostili e complottardi avessero avuto l’ardire di condannare, con ardore.
Vi davate di gomito e facevate dell’ironia, su! Vi vedo che negate, vi nascondete e che. Non è spirito natalizio, questo. Non mi sento assolto doppiamente, io, perché ho anche riso di gusto a vedere nella fortunata serie Bad Guy il Ponte dei sogni crollato tra Scilla e Cariddi. Siamo delle merdacce, confessiamolo.
Pentiamoci, perciò, per poterci assolvere a nostra volta, dopo aver espiato le nostre colpe, mentre lui dorme il sonno del giusto e sogna il suo scranno al Viminale, dove il dossieraggio è tollerato e si cancellano tutte e 49 le macchie e gli aloni dalla coscienza.
Che poi se, in un lampo di autocoscienza, ci si ricongiungesse con i propri intendimenti, lontani dalle foglie di fico dei codici e delle irresponsabilità, ci si renderebbe conto che non è l’assoluzione di un tribunale che cancella lo sconcio di un gesto compiuto per inumanità da campagna elettorale permanente. Cinismo puro. Ma è Natale, e bisogna gioire, magnamo tranquilli.
Anche se…
Te piace ‘o presepe? Chiedeva Eduardo a Nennillo, che, imbronciato, rispondeva: No!. A Vito invece piaceva ‘o presepe, tanto che si era organizzato un culto personale, una scatola delle meraviglie dove riponeva le bellissime statuine di gesso che aveva accumulato nel tempo, e le casette di cartone, e le luci, il muschio, la carta del cielo stellato e quella delle montagne.
Gli piaceva tanto, ma non sapeva che se ne sarebbe andato proprio la mattina di Natale, con le statuine riposte nella scatola, un presepio non fatto, un’ansia che covava l’attesa di un risveglio che non poteva arrivare, e non arrivò.
Quella scatola magica ha riprodotto il presepio di Vito tutti gli anni, da lì in poi, arricchendolo ogni volta di qualche pezzetto povero, in pvc, e specchietti per rappresentare l’acqua, e bambagia come neve, e cose che ci abbiamo aggiunto, a difendere ‘o presepe dalle incursioni del gatto, e a rivederlo illuminato, tutti gli anni, sempre ricostruito con amore da Rosa.
Che quest’anno non ha potuto farlo, perché per la prima volta sarà assente a Natale, lontana, in un altrove dove i ricordi si sbriciolano e confondono i giorni come melassa. La scatola magica resta a noi. Ci aspetta il primo Natale senza di lei, dopo i tanti natali, 55, dell’Assenza. E proveremo a immaginarcela vicina, magari compiendo i gesti che ci ha insegnato, anche se non se li ricorda più. Dimenticando i suoi turbamenti a rievocare quel ricordo che non se ne poteva andare.
Ci proveremo noi, a tenerli vivi, quei gesti. E faremo festa con lei, anche se ci riconoscerà a stento, e si dimenticherà della nostra presenza per ricordarsela e dimenticarsela ancora, mandando un bacio, e poi distraendosi a guardare, chissà, una pianta, come fosse una farfalla, o una stella, o una foglia che cade.
Buon natale, perciò, a chi è assolto e a chi è coinvolto.
Buon natale a noi. Ma soprattutto, buon natale, mamma.
Eduardo De Filippo se vedesse tutto cio’ non farebbe piu’ il Suo presepe a casa!🪔🪔🪔🪔🪔
Bellissimo post.
Ha evocato in me ricordi sopiti,forse nascosti perche ricordarli fa ancora male dopo anni passati.
I rituali di mamma,che non c'è piu da anni,troppi anni, l'albero e il presepe sempre uguali.
Anche dopo quel 24/12 di trenta anni fa quando mio padre ci lascio.
Rimarrà l'amaro in bocca di parole non dette e abbracci non dati.
Buon natale.