People have the power (forse)
Sogni di mobilitazioni per la riscossa che diventano vecchi mentre guardiamo attoniti il mondo che cambia
De pie, luchar
El pueblo va a triunfar
Millones ya
Imponen la verdad
De acero son
Ardiente batallón
Sus manos van
Llevando la justicia y la razón1
Una poetessa punk famosissima nel mondo scrive una canzone che racconta un sogno. La canzone, bellissima, diventa un inno, e tutti si mettono a cantare quel verso contagioso, un canto che fomenta, che muove alla speranza.
The people have the power
The people have the power
The people have the power
The people have the power
The power to dream, to rule
to wrestle the world from fools
it's decreed the people rule
it's decreed the people rule
Listen
I believe everything we dream
can come to pass through our union
we can turn the world around
we can turn the earth's revolution
we have the power
People have the power2
Cara, carissima Patti Smith, donna-poesia, delicata e feroce, ingenua creatura che sogna e declama versi imperituri.
Quasi 50 anni fa nella palestra della mia scuola, a Roma, fecero tappa nella loro odissea di esuli politici gli Inti Illimani, fuggiti dal Cile dopo il golpe dell’undici settembre 1973, costato la vita a Salvador Allende3.
Il loro people have the power era barricadero:
Y ahora el pueblo
Que se alza en la lucha
Con voz de gigante
Gritando: ¡adelante!
El pueblo unido, jamás será vencido
El pueblo unido, jamás será vencido
e tutta la palestra cantava, e ascoltava quei dischi dalla copertina colorata. Oggi ogni tanto trovi in giro qualche gruppetto di busker andini che suonano il siku, la kena e tutto l’armamentario di zufoli e ocarine e sospiri. Che noia mortale, diceva qualcuno4. Gli Inti-Illimani, però, suscitavano simpatia e raccoglievano empatia5, oltre a far cantare e a fomentare la gente, guadagnando consensi alla causa del popolo cileno.
Ma oggi ha senso ancora parlare di potere del popolo, di possibilità di unirsi per una buona causa, di lottare contro l’ingiustizia?
Ha senso, nei giorni in cui in riva al mare si sta consumando lo sterminio, a Gaza? Ha senso, nei giorni in cui Netanyahu, democraticamente eletto, decide di portare avanti un genocidio, rivendicandone il diritto, negandone la vera natura, usando gli strumenti più inumani, negando l’accesso al cibo, all’acqua, alle cure a un popolo indifeso e innocente, affermando di combattere un’organizzazione politica e militare nemica?
Cosa può fare quel popolo, unito in un simile destino?
Cosa può fare la gente che a quel genocidio si oppone, oltre a sentirsi nel giusto facendo piccoli gesti simbolici, come questo scritto insignificante che leggerà un centinaio di persone?
Cosa può fare il mondo, davanti alle spinte poderose che vogliono demolire la democrazia, negare diritti, aumentare le diseguaglianze, affermare definitivamente il potere del denaro e la forza su ogni ragionevolezza?
Se ne vanno via i sogni della poetessa e le speranze degli esuli, se ne tornano fuori dalle fogne gli sconfitti della storia, e noi, smarriti in un mondo che cambia troppo velocemente per consentirci un adattamento impossibile, vediamo scivolare via la speranza alla stessa velocità con cui corre un progresso malato, che non è crescita per tutti, che è potenziale aumentato al servizio di chi vuole usarlo contro la pace e la libertà.
Liberi di cliccare, scrivere post, spedirci video e fotografie, regalarci like, mentre torna a dominare l’orrore, più beffardo ancora, per mano di chi allo sterminio è riuscito a malapena a sopravvivere.
Meglio di niente, ma ci vorrebbe una reazione più forte. Bisognerebbe che tutti la chiedessero con tutta la forza possibile.
Per esempio, negando il consenso a chi governa e si rende complice dell’orrore. Perché in fin dei conti
PEOPLE HAVE THE POWER.
Inti Illimani, El Pueblo Unido, ahò, manco le basi
People have the power, no?
Il sogno di un mondo migliore spezzato dalla violenza fascista. Il desiderio di giustizia e libertà preso a botte, irriso, perseguitato, torturato. La democrazia negata, col sostegno di chi sosteneva e sostiene di poterla esportare nel mondo.
Lucio Dalla, no? Sempre sia lodato, ma disse una sciocchezza, imho
Capacità di sentire e comprendere quello che provano gli altri. In disuso.