Under the blue sky
Le sparate di Musk innescano meccanismi che incidono anche nel piccolissimo delle vite private, tipo il battito d'ali di farfalla, che se può provocare uragani, figuriamoci piccole tempeste ombelicali
Cari amici, non so se un battito d’ali di farfalla nel mio giardino potrebbe provocare un uragano in qualche lontana parte del mondo, ma so che un cambiamento epocale nel mondo dei social media può provocare sconquassi che arrivano fino alla porta di casa di chiunque.
Lo so per esperienza diretta, che posso ricondurre alla traiettoria della mia vita, da quando ho messo le mani su un computer a oggi. Dal 1988 in poi. Con un’accelerazione legata a internet prima e all’uso di mail, bbs, forum, blog, e social, instant messaging.
Fino all’inizio del 1987 ero un giovane senza grandi possibilità, che passava da un lavoretto in nero a un altro, appassionato di musica rock, con predilezione per il punk, e accanito lettore di libri di fantascienza, alle prese con una relazione sentimentale sempre più complicata e destinata a infilarsi in un binario morto. Ma proprio all’epilogo di quella relazione, avvenuto 12 anni dopo, con tutti i percorsi fatti nel frattempo, utilizzando strumenti sempre più evoluti e intrecciati col mondo esterno, c’è stato un salto di qualità nelle mie connessioni col mondo e una fioritura di rapporti reali con altre persone.
Un salto legato all’uso di internet e dei social media, che ha tessuto una rete di conoscenze uscite rapidamente dal virtuale. Ho cambiato città, lavoro, amicizie, abitudini. Ho coltivato passioni, ho cominciato a scrivere cose, le ho viste pubblicate, ha fatto passaggi radiofonici, televisivi, ricevuto elogi e premi, firmato contratti, trovato occupazione, amici fraterni, amore vero.
Ho costruito le relazioni che mi rendono felice e sereno.
Ho fatto tutto questo servendomi degli strumenti che tutti, in qualche misura, usano. Non so se questo si può conciliare con la cosiddetta superficialità di certe relazioni: solo perché s’incontra gente e ci si interagisce, che so, per il tramite di un social?
Ho sempre usato poco, per questioni di tempo, i servizi di instant messaging. Tipo Whatsapp. O Telegram. O il microblogging di Twitter. Per una ragione fondamentale: non ho modo di stare sul pezzo a interagire perché sono impegnato al lavoro. Fatico a stare dietro alla messaggistica lavorativa, leggo molte mail e molti messaggi che richiedono attenzione immediata. Uso i social a scoppio ritardato, arrivo dopo sulle cose, scrivo a casa la sera tardi e pubblico, spesso, in differita. Ma mi piace parlare delle mie favorite things. Che le leggano in dieci o in cento non m’importa.
Non ho mai amato X/Twitter perché il mio meccanismo di fruizione, lontano dal tempo reale, mi impedisce un’interazione puntuale. Non l’ho mai amato perché tendeva a costruire circoli chiusi, un po’ come Facebook, più utile, però, a mantenere contatti con gente che risiede altrove e che perderesti di vista se non ci fosse un aggancio di questo tipo. Un social da vecchi, si dice.
Non credo a queste definizioni legate alle mode del momento. Quello che non mi piace è il governo della conversazione affidato agli algoritmi.
Leggo che si devono sviluppare protocolli piuttosto che piattaforme e sono contento perché nel mio piccolo è quello che ho sempre pensato. E quindi ho buttato via il mio inutile account di Twitter e ne ho preso uno su Bluesky, che risponde meglio a queste caratteristiche. Non uso Threads perché è di Zuckerberg e perché è una filiazione di Instagram che non ho mai apprezzato.
Su questa newsletter scrivo dei post che invio per mail, ma uso la piattaforma di Substack anche per depositare dei contenuti. C’è una sezione che si chiama Ipse Dixit dove registro dei virgolettati, da interviste che leggo in giro o altro. Aggiungo e modifico qualche scritto qua e là. Non li invio per mail per non sovraccaricare la posta degli iscritti, che nel frattempo crescono. Sono molto felice di questo e voglio ringraziare tutte le persone che hanno sottoscritto la newsletter.
Qui di seguito vi segnalo i post degli ultimi giorni.
Chi si incontra (e si incontrerà) su Bluesky, il social-rifugio di chi scappa da X
Dal Foglio del 23/11/2024, a firma Pietro Minto, che spiega un po’ di cose su Bluesky, e cura la newsletter Link molto belli;
Negare una cosa non la fa cessare
Gino Cecchettin risponde al ministro Valditara sul precariato
SPERO DI LUI RESTI LA BELLEZZA DI OCCUPARSI DEGLI ALTRI. QUEL PCI CI INSEGNÒ LA DEMOCRAZIA
intervista a Elio Germano, Sette, 8/11/2024
Il mio profilo Bluesky è qua. Se ci siete manifestatevi.
Grazie.